Il Decreto Sostegni Bis (D.L. n. 73/2021) contiene importanti indicazioni che riguardano le agevolazioni per le aziende, in particolare, oggetto di questo approfondimento, il credito di imposta sulle commissioni POS.
Con il termine credito di imposta si intende il credito che le aziende possono ricevere dallo stato e che possono utilizzare scontandolo dalle tasse dovute, oppure per sanare eventuali debiti.
Credito d’imposta sulle commissioni POS: in cosa consiste
L’art. 11 bis del D.L. n. 73/2021 revisiona l’art 1 del D.L. 99/2021 proprio per quanto riguarda le norme che regolano il credito di imposta per le commissioni POS. Sarà poi l’Agenzia delle Entrate che, con apposito provvedimento, chiarirà i dettagli tecnici dei benefici previsti.
Il D.L. 99 del 2001 prevede l’aumento del credito d’imposta per commissioni POS dal 30%, com’era stabilito nel precedente art. 22 del D.L. 124/2019, e al 100% per tutte le commissioni che siano maturate dal 1 luglio 2021 al 30 giugno 2022. L’agevolazione è riservata agli esercenti attività di impresa, arte e professioni che, per gestire i pagamenti dei consumatori, utilizzano:
- Strumenti di pagamento elettronici collegati a registratori telematici;
- Strumenti di pagamento evoluti.
Cosa prevede l’art. 11 bis del Decreto Sostegni Bis
L’articolo 11 bis contiene le precisazioni relative al credito d’imposta derivante dalle commissioni POS. Nel dettaglio, al comma 10 si stabilisce che hanno diritto ad un credito pari al 100% delle commissioni addebitate derivanti da pagamenti effettuati dal 1 luglio 2021 al 30 giugno 2022 e con sistemi tracciabili.
Gli strumenti utilizzati devono garantire l’inalterabilità e la sicurezza dei dati. Ciò significa che devono essere provvisti di sistemi evoluti di incasso in grado di consentire e di assolvere l’obbligo di memorizzazione elettronica nonché di trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate.
Gli esercenti, per avere diritto al credito, non devono aver superato i 400.000 euro di ricavi e compensi nel corso dell’anno di imposta precedente.
Credito d’imposta per strumenti di pagamento elettronici
Nel comma 11, invece, si specifica l’introduzione di un ulteriore credito utilizzabile per l’acquisto, il noleggio o il comodato di strumenti che permettono forme di pagamento elettronico o il collegamento ai registratori telematici. Sono incluse anche le spese tecniche per il collegamento e la configurazione di tali attrezzature.
In questo caso il credito di imposta che può essere ottenuto ha un limite fissato a 160 euro per ciascun esercente e, comunque, non superiore al:
- 70% per tutti i beneficiari la cui attività abbia ottenuto un totale di ricavi e compensi non superiore a 200.000 euro nell’anno di imposta precedente;
- 40% per i soggetti che abbiano accumulato ricavi fra 200.000 e 1 milione di euro;
- 10% per ricavi e compensi superiori a 1 milione di euro fino a un tetto massimo di 5 milioni di euro.
Credito d’imposta per strumenti di pagamento evoluti
Oltre al credito di imposta per le commissioni POS, il Decreto Sostegni Bis inserisce un credito per i soggetti che, nel corso del 2022, decidono di acquistare, noleggiare o utilizzare strumenti evoluti di pagamento elettronico.
Il limite massimo è fissato a 320 euro e, come per la misura precedentemente descritta, sono previsti scaglioni di reddito. La suddivisione è la seguente:
- 100% per tutti gli esercenti i cui compensi nel corso dell’anno d’imposta precedente siano stati inferiori a 200.000 euro;
- 70% per le attività i cui ricavi siano stati compresi tra 200.000 e 1 milione di euro;
- 40% per un ammontare superiore a 1 milione di euro ma non superiore ai 5 milioni.
Come anticipato, sarà l’Agenzia delle Entrate a chiarire i dettagli tecnici del credito di imposta sulle commissioni POS, e dei crediti per gli strumenti di pagamento elettronici e gli strumenti evoluti di pagamento elettronico.
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